Avviata la Causa di canonizzazione
dell'avvocato Antonio Lombardi e inaugurata la nuova Biblioteca Arcivescovile.
Lo stretto intreccio tra fede e
cultura alla radice del “Progetto culturale orientato in senso cristiano”.
di Teobaldo Guzzo
Per la diocesi di Catanzaro-Squillace
e per la città capoluogo di regione è stato un grande pomeriggio di festa lo
scorso mercoledì 6 ottobre 1999, giorno della Dedicazione della Chiesa
cattedrale; prima, con l'avvio della Causa di canonizzazione del Servo di Dio
Antonio Lombardi, la comunità (non solo cristiana) ha riscoperto la
spiritualità di un grande figlio di Catanzaro della prima metà del novecento,
adulto nella fede e innamorato per davvero di Dio; poi, con l'apertura al
pubblico della rinnovata Biblioteca arcivescovile, la Chiesa diocesana per una
volta ancora si è impegnata ad offrire un servizio significativamente valido ad
un'intera regione assetata di cultura e di tutti quei valori umani e sociali ad
essa collegati. E così, nel nome di Antonio Lombardi e del suo impegno
culturale, culminato, nei difficili anni post-bellici, nella costituzione,
addirittura nella sua abitazione di larghetto Sant'Angelo, del Novum Studium per la formazione di
coscienze forti nella fede, generose nell'impegno sociale e politico per la rinascente
nazione; nel nome di Antonio Lombardi - si
diceva - la nuova Biblioteca arcivescovile è destinata, in prospettiva, a
diventare un novum studium publicum, che
con intelligenza e coraggio dovrà saper concorrere all'elevazione culturale dei
giovani calabresi e contribuire ad una migliore qualità della vita, tanto dei
singoli quanto della collettività.
È indubbio che l'avvio della Causa
di canonizzazione dell'avvocato Antonio Lombardi con lo svolgimento della prima
sessione dell’inchiesta informativa diocesana sulla sua vita, le sue virtù e la
sua fama di santità e l'apertura della Biblioteca costituiscono facce della
stessa medaglia, anzi l'una si pone come l'interfaccia dell'altra. Infatti,
riscoprendo la spiritualità dell'avvocato Antonio Lombardi, si riattualizza la
tensione morale dell'uomo di cultura, che, vivendo nella cultura del suo tempo,
cerca di comprenderla per liberarla da tutte le scorie dell'immanentismo e
librarla contemporaneamente verso i valori della trascendenza. Insomma, l'uomo
non può rimanere prigioniero delle tenebre dell'ignoranza e dell'incultura,
giacché è chiamato a promuovere quella “carità della sapienza”, con cui
sostanzia di contributi validi l'intima tensione dell'uomo.
Nell'impegno culturale di Antonio Lombardi,
sia sul versante speculativo (fu aperto alle molte sollecitazioni della
filosofia contemporanea), sia su quello operativo (fu ispiratore e fondatore
del giornale cristiano “L'idea cristiana”), sono rintracciabili i prodromi (non
sembri irriverente l'accostamento!) di quel fecondo rapporto tra fede e cultura,
di cui parla l'ultima enciclica di Giovanni Paolo II.
Non c'è stata intuizione migliore,
nell'assunzione del motto della biblioteca, dell'agostiniano “Fides, nisi cogitatur, nulla est”, per
il quale se la fede non è accompagnata da un sano pensiero è vana per davvero. E
la necessità, che solo la fede interamente pensata e fedelmente vissuta può
essere pienamente accolta e diventare così un germe di storia nuova, è
risuonata con entusiastica incisività nelle parole del nostro Arcivescovo sia
in cattedrale, nell'omelia della solenne concelebrazione eucaristica, sia
nell'aula “Sancti Petri”, nella
cerimonia di inaugurazione della Biblioteca.
Il Servo di Dio Antonio Lombardi -
ha chiarito l'Arcivescovo - visse con intensità la “vocazione alla santità”; una
santità di tipo feriale che consiste
nella sequela di Cristo, nel
trasfigurarsi in Lui attraverso la filiale disponibilità alla volontà del
Padre. “Tutto parte da nostro Signore Gesù Cristo, il Risorto, il Vivente, che
offre, nell'oggi della storia e nel qui del territorio, la possibilità di
realizzare il progetto di Dio su ciascuno di noi”.
Qual è la lezione che ci ha
lasciato Antonio Lombardi e che abbiamo la grazia di riscoprire nell'anno centenario
della nascita terrena e a distanza di 49 anni dalla sua nascita celeste?
“Lombardi - ha detto l'Arcivescovo
- con l'esempio della sua operosità culturale, sociale e caritatevole ricorda
all'uomo del nostro tempo il dovere della ricerca, sincera e libera, della
verità, di porsi la domanda di senso e la necessità di motivare la propria fede”.
Ma entriamo più da vicino nella
cronaca della giornata del 6 ottobre, una cronaca che, a distanza di poche ore,
è già un’esemplare pagina della plurisecolare storia della diocesi e della
città di Catanzaro.
Al termine della Messa e prima della
benedizione finale, alle 18,33 in punto, Mons. Arcivescovo accoglie la
richiesta del postulatore, prof. Don Armando Matteo, di dare inizio
all’Inchiesta informativa diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità
del Servo di Dio Antonio Lombardi. Subito dopo i sacerdoti Dante Sabinis
(giudice delegato), Franco Isabello (promotore di giustizia) e Marcello Froiio
(notaio attuario), tutti componenti il Tribunale, prestano giuramento,
unitamente al postulatore che ha la premura, in seguito, di presentare l'elenco
dei testimoni (una cinquantina) che dovranno essere ascoltati. Cerimonia
commovente per davvero questa dell'insediamento del Tribunale e della prima
sessione dell’Inchiesta informativa, che nella solennità degli atti e dei gesti
costituisce un capitolo veramente importante per la vita della Chiesa
particolare di Catanzaro-Squillace.
Nella cerimonia di inaugurazione
della Biblioteca, con il suo direttore, Don Armando Matteo, sono intervenuti,
nella sala “Sancti Petri” il nostro Arcivescovo,
la professoressa Maria Mariotti e il dottore Fabio Tassone, bibliotecario.
Mons. Cantisani si è soffermato su
quel nesso tra fede e cultura che sta alla radice del “Progetto culturale
orientato in senso cristiano”. “La Biblioteca arcivescovile ‘Antonio Lombardi’ -
ha aggiunto - è un altro strumento privilegiato per favorire il necessario
dialogo tra la fede e la cultura. Essa si pone come un mezzo particolarmente
utile nell'opera di evangelizzazione, a cui nell'oggi della storia è chiamata
la nostra chiesa locale”.
La professoressa Maria Mariotti,
già presidente della Deputazione di storia patria della Calabria, è stata la testimone
d'eccellenza di tutta la manifestazione inaugurale. Ha riferito con dovizia di
particolari il rapporto di amicizia e di colleganza culturale avuti con
l'avvocato Antonio Lombardi nella comune tensione di associare, sotto la spinta
di Mons. Lanza, vescovo di Reggio Calabria, i laureati calabresi nell'apposito
movimento dell'Azione Cattolica e nella FUCI regionale, nonché nell'impegno di
formare le giovani generazioni, pur nella gravità delle rovine della guerra,
alla prospettiva cristiana di dover coniugare “l'aspirazione alla libertà con
la aspirazione alla giustizia” e di armonizzare entrambe nell'aspirazione alla
solidarietà. “Lombardi - ha aggiunto la professoressa Mariotti - ha coltivato
l'esigenza di poter dar vita ad una ‘rivista’ per la promozione della cultura
su tutto il territorio nazionale nel senso più vero e proprio del termine”.
Il dottor Fabio Tassone, da parte
sua, ha ripercorso i primi passi della rinata Biblioteca arcivescovile, le
prospettive e le regole auree che devono sovraintendere alla sua vitalità ed al
rapporto empatico tra il libro ed i lettori.
La cerimonia si è conclusa con il
taglio del nastro e la visita della biblioteca.
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