Una riflessione inedita di Raffaele Gentile
su Antonio Lombardi,
esempio di laico cattolico
Agosto
2000
Raffaele Gentile |
Il 6 agosto è ricorso il 50º
anniversario della morte dell'avvocato Antonio Lombardi, del quale la Chiesa
diocesana, col consenso della Congregazione per le cause dei santi, ha aperto
ufficialmente il 6 ottobre 1999 il processo diocesano di canonizzazione.
Pur nell'assoluto nascondimento
dagli occhi del mondo, Antonio Lombardi rimane per la nostra società di oggi un
esempio di laico cattolico. Egli responsabilmente
e in spirito di preghiera assolse nel compimento della sua giornata terrena, con
una rigorosa impostazione di vita, i suoi impegni di studio e di servizio nei
vari settori in cui egli fu chiamato ad operare, senza esibizionismi, nel
silenzio e nell'umiltà. E’ un esempio da
tenere presente anche per le ampie vedute, per il suo comportamento sempre
corretto e per la luminosa testimonianza della fede sia nella vita sociale ed
ecclesiale e sia nell’ambito della stessa famiglia.
Il suo comportamento appare ancora
più pregevole ed esaltante, essendosi verificato in momenti di estremo disagio
civile, a livello politico, economico e sociale, durante i quali lo smarrimento
obnubila facilmente la mente e la coscienza, producendo deviazioni dalla retta
via di quanti (e non sono pochi) si chiudono in se stessi ed egoisticamente
dimenticano il prossimo.
Antonio Lombardi si trovò, infatti,
a operare negli anni difficili e dolorosi del secondo conflitto mondiale. I
tragici avvenimenti avevano aggravato in tutti i sensi le nostre popolazioni,
spaccando, per gli eventi militari, gran parte delle famiglie. Anche a causa
dell’improvviso armistizio le famiglia si trovarono nell'impossibilità di
comunicare tra loro.
Rimasta la città, e con essa
l'intera regione, a causa dell'occupazione militare delle truppe alleate e il
conseguente caos in ogni settore della vita sociale, in una situazione di
estrema confusione e conseguente paralisi, aggravate dalle conseguenze dei
bombardamenti dalle comunicazioni quasi inesistenti, la nuova situazione
politica favorì ulteriore turbamento. Caduto con il regime regista il partito
unico, rifiorirono, con il ritorno della democrazia dopo 20 anni d'assenza, diversi
e traviati partiti politici con programmi e prospettive diverse naturalmente,
camuffate di propagande chimeriche e con idee tutt'altro che approvabili o
condivisibili.
In questo contesto storico difficile
emerge in una luce splendida la testimonianza di Antonio Lombardi, vero laico
impegnato culturalmente e socialmente alla scuola del Vangelo.
Egli fu attento osservatore,
tutt'altro che superficiale, delle umane vicende; fu studioso della realtà nel significato
più serio del termine; fu giornalista e pubblicista obiettivo, concreto nella
trattazione dei problemi non solo speculativi, ma anche sociali; fu scrupoloso
del rispetto, dell’annuncio e della divulgazione della verità, come del
rispetto delle idee altrui, anche se dialetticamente ed in buona fede fu spesso
in contrasto con alcune di queste con le sue osservazioni e vedute; fu scrupoloso
amministratore di quanto gli fu affidato; fu modesto, pronto all'ascolto dei
poveri e dei bisognosi e al dialogo con i giovani; fu fermo nella difesa dei
principi e dei valori cristiani; e fu, infine, entusiasta nella contemplazione
del credo cristiano, vide il dito di Dio e annunciò la sua paternità amorevole
e costante su tutte le creature.
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