Sullo sfondo la Casa Lombardi (a sinistra) -
La chiesetta di Sant'Angelo che accolse la salma del Servo di Dio
durante le esequie avvenute il 7 agosto 1950
1. Padre Francesco Maria Saragò del Minimi (da Roma, 21 agosto 1950):
“ Ricordo l’affetto fraterno col quale mi accompagnò
…quando tenni a Catanzaro un breve corso di conferenze ai laureati cattolici
[…] Onorevole, vada fiero di aver dato la vita a un sì nobile cuore e un sì
eletto ingegno”.
2.
Padre
Tommaso Bartolomei (da Napoli, 21 agosto 1950):
“Perdita irreparabile…”
3.
Padre
Francesco Maria Gaetani (da Roma, 21 agosto 1950):
“L’ho sempre ammirato per la sua anima sinceramente
cristiana, per la sua mente profondamente filosofica e per l’ampia cultura”.
4.
Professore
Giuseppe Ismardi (da Pisa, 21 agosto 1950):
“Rimango privo di una delle più care amicizie, di cui
la provvidenza m'avesse fatto dono […] Il mio buono e bravo e tanto caro
Antonio ci ha lasciato![...] Lui, il suo sguardo buono e affettuoso, la sua
voce calma e grave, che mi diceva sempre cose tanto care e gentili! […] una
incolmabile eredità di amore […] Egli meritava ancora di vivere, e tanto, per
continuare a fare tutto il bene che fece, con la sua intelligenza. Il suo libro
sul Croce resterà come l'esempio della sua bontà, della sua carità, nella sua
vita pura, intemerata”.
5.
Professore Giovanni
Mora (da Varese, 22 agosto 1950):
“Con la sua dipartita sento un vuoto nel mio cuore che
neppure il tempo riuscirà a colmare […] Mi disse che, se Dio gli avesse
concesso vita, avrebbe portato a termine, entro il 1952, una nuova edizione
della sua opera Critica delle metafisiche.
Il pensiero e la sua persona saranno sempre presenti al mio cuore”.
6.
Professore Ennio
Zelioli (da Cremona, 22 agosto 1950):
“L’ho conosciuto in un convegno di dirigenti uomini
cattolici alla Verna […] Rievocando la sua figura mite e soavemente buona, Lo
penso nel mondo dei beati a cogliere il premio della sua attività esemplare dal
Signore cui servì in umile e devota dedizione”.
7.
Padre
Angelo Maria d’Anghiari (da Loreto, 22 agosto 1950):
“Era una gran degna persona e un intellettuale di
valore”.
8.
Professore
Giuseppe Schiavello (da Sorianello, 23 agosto 1950):
“Ammiravo nell'adorato estinto la forte intelligenza,
la squisita bontà, l'animo aperto a ogni nobile sentimento […] Nel suo animo
albergarono gentili ed elevati sentimenti”.
9.
Mons.
Francesco Olgiati (da Sormano - Como, 22 agosto 1950):
“E’ per me, come per tutti gli studiosi cattolici
d'Italia, un dolore vivissimo ed una ferita al cuore. Il suo alto ingegno e la
sua bontà d'animo lo rendevano caro a tutti e da tutti ammirato”.
10.
Professore Aldo
De Astis (da Firenze, 23 agosto 1950):
“Anima buona nel più ampio senso della parola”.
11.
Padre
Vincenzo Ceresi (da Roma, 23 agosto 1950):
“Piango il forte ingegno, che egli mise con tanto
disinteressato fervore al servizio del pensiero cristiano; e più ancora il suo
cuore d'oro, nobilissimo, innamorato dell'umiltà e della povertà evangelica,
dov'è il segreto della sapienza […] La famiglia nei mali della vita trovava in
Antonio motivo di conforto e di legittimo orgoglio”.
12.
Professore Ugo
Petruzzellis (da Roma, 23 agosto 1950):
“Era così degno di amore e di stima. Privi
dell'affetto di così nobile anima, piangiamo […] Il nostro Antonio ha varcato
le soglie dell'eternità: a lui ormai arride senza veli la Verità, che
profondamente amò e servì con entusiasmo. Confortiamo il nostro dolore nella
speranza, nella certezza dell'immortalità, in cui egli credeva con sincera e
profonda fede. Tra giorni uscirà sulla ‘Rassegna
di scienze filosofiche’, che lo ebbe apprezzato redattore e collaboratore,
un breve necrologio”.
13.
Don Gaetano
Fornari (da Montecassino, 24 agosto 1950):
“Non era solo una speranza, ma il pensatore acuto e
penetrante nella sua coscienza cattolica […] Era un'anima che il Signore ha
giudicata già matura per il cielo”.
14.
Padre
Agostino Gemelli (da Milano, 26 agosto 1950):
“Porgo sentite condoglianze”
15.
Professore Giulio
Augusto Levi (da Firenze, 26 agosto 1950):
“Egli è vissuto, come tu stesso dici, ‘in umiltà e in
lavoro’! Felice già su questa terra per questo”.
16.
Professore Giorgio
Del Vecchio (da Bardonecchia - Torino, 29 agosto 1950):
“Ho e avrò sempre vivo nell'animo il ricordo di quel
nobilissimo spirito, di quell'ottimo cuore […] C’incontrammo in una riunione
presso i Padri rosminiani a Porta Latina […] Nei suoi scritti rifulgevano le
rare doti del suo intelletto”.
17.
Professore Vito
G. Galati (da Roma, 29 agosto 1950):
“Il tuo dolore non può avere sollievo che nella piena
coscienza dell’alto valore morale di tutta la vita del nostro Nino. Quando si
esprime una così profonda spiritualità, nasce spontaneo il sentimento che non
ha prezzo, il rispetto, che è la lode maggiore dell’uomo […] L’espressine più
nobile della tua vita è questo tuo Figlio, che non muore nel ricordo di chi lo
conobbe e di chi lo conoscerà nei suoi scritti. Lo onoreremo. Io penserei ad
una prossima commemorazione in Catanzaro, ma è opportuno parlare ad amici per
prepararla in modo che, anche esteriormente, sia degna di Nino”.
18.
Professore G.
Tucci (da Campo di Giove, 1 settembre 1950):
“A lui mi legavano grandi vincoli di simpatia
intellettuale”.
19.
Dottore
Livio Labor (da Luino - Varese, 2 settembre 1950):
“Con Antonio ci volevamo bene, fusi nell’Ideale […]
Era così leale, serio e discreto, indimenticabile […] Ci ha preceduti nella
società eterna che noi sanguinando costruiamo da quaggiù”.
20.
Professore Ioseph
G. Fucilla (da Illinois, 11 settembre 1950):
“Ci resta la consolazione di vivere ancora con lui nei
nostri ricordi e specialmente attraverso ciò che ci ha lasciato, i suoi
scritti”.
21.
Sacerdote
Mario Boehm (da Città
del Vaticano – L’Osservatore romano, 8 gennaio 1951):
“La morte di Antonio è stata per me una delle perdite
più dolorose […] Era una festa il rivederlo ogni tanto nel mio ufficio e
sentirlo così nobilmente parlare… il caro e dotto amico e scrittore”.
22.
Fra
Giuseppe Di Maggio (telegramma da Partinico, dicembre 1953):
“Nino prezioso seme caduto per terra già feconda
spirituali frutti gloria di Dio bene prossimo partecipo pieno animo sue
onoranze”.
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